Theia dall’errore all’opportunità
Intervista a Tavo: “Theia” è il mio nuovo disco EP.
- Ci racconti un po’ di lei.
Vivo in un paese di appena quattromila anime nella grigia provincia di Alessandria. Prima di avviare questo progetto solista ho suonato solo come chitarrista in un altro gruppo che mi ha portato su quasi quattrocento palchi in soli sei anni, una lunga gavetta che mi ha insegnato tanto. Con ciò, non mi sento ancora minimamente arrivato, la mia gavetta continua, sono solo al primo gradino di una lunghissima scalinata.
Nel 2016 ho firmato un contratto con Noize Hills Records per la produzione del mio primo album, dal titolo Funambolo, pubblicato poi nel 2018 un anno nel quale ho fatto l’omonimo tour in alcune delle principali città d’Italia.
- Come s’intitola il suo ultimo lavoro discografico e quale impronta le ha dato?
Il titolo del nuovo EP è Theia e s’ispira alla catastrofica storia sulla creazione della luna. Il concetto chiave dell’album è che: “Dai più grandi errori possono nascere bellissime opportunità.” Infatti, il nostro satellite nasce da una collisione di un gigantesco pianeta, appunto Theia, con la Terra, quattro virgola cinque miliardi di anni fa.
È un disco prevalentemente calmo, mi piace definirlo “notturno” ed introspettivo. Le metafore sullo spazio sono cornice di un viaggio interiore, tra ricordi e sentimenti.
- Che cosa è per lei la musica?
La musica rappresenta per me un lavoro e un atto di fede. Non è sicuramente il lavoro che uno inizia a fare per diventare ricco, o meglio c’è chi ci fantastica, ma la realtà è ben diversa in questi tempi. La musica è da sempre il sogno che coltivo da bambino. Ironia a parte, per me è sempre stata una grande valvola di sfogo, soprattutto nei momenti familiari, e non, più difficili.
- Quali sono i più bei momenti della sua vita? Ce ne racconta uno?
Leggendo la sua domanda mi rendo conto che nessuno di questi momenti è senza la musica. Il momento probabilmente più significativo e bello è stato il primo concerto in una grande città come Milano. Ero terrorizzato, temevo di non riuscire a riempire il locale, era l’esordio. Invece è stato uno tra i concerti più belli della mia vita, non lo dimenticherò mai.
- Ha un genere musicale che la affascina?
In realtà, nessuno in particolare, non sono solito ascoltare la musica categorizzandola per genere. Ho ascoltato di tutto: cantautorato, pop, rock, elettronica, ho studiato il jazz al conservatorio. Amo la musica che mi piace, indipendentemente da genere o artista.
- Perché questo nome d’arte?
All’anagrafe mi chiamo Francesco Taverna e “TAVO” deriva appunto dal mio cognome. Un soprannome che mi è stato dato dai miei compagni delle elementari. Dato che non esiste un reale confine tra persona e personaggio, ho deciso di tenermi stretto “TAVO”.
- Che cosa racconta con la sua musica?
Nell’ultimo EP, Theia, racconto storie, volti e situazioni, solo attraverso immagini e sentimenti contrariamente al disco precedente Funambolo, nel quale rispetto un ordine cronologico con descrizioni oggettive e meticolose. Bado a lasciare, in ogni brano, uno spazio libero nel quale l’ascoltatore possa immedesimarcisi e immaginare, in un certo qual modo, la propria storia.
- Nell’eternità lei ci crede?
Certo! Purtroppo aggiungerei. Tutti noi pensiamo in una dimensione “infinita”. La più grande condanna dell’essere umano, a mio avviso, è quella di poter pensare e programmare un futuro, cosi lontano, nel quale la ragione preclude vi preclude nostra stessa presenza.
Grazie per intervista a Tavo: “Theia” è il mio nuovo disco EP.