Il passaggio della tecnologia
Il controsenso musicale storico moderno è di sentire musica che solo pochi capiscono, trap, e il grande successo di un film come “Bohemian Rhapsody” dei Queen quando in Italia negli anni Ottanta, il gruppo dei Queen non era neanche passato in radio.
Noi ascoltavamo tanta radio, le major di oggi sono nate negli anni Ottanta dopo che si è liberalizzato il mercato, uscendo dal monopolio. Non siamo qui per far polemiche, che non servono a nulla, vogliamo solo presentare e far conoscere la storia. Radio Deejay è nata a Milano in Via Massena, quando sul marciapiede fuori dalla radio, c’erano code interminabili di ragazzi che volevano incontrare personaggi come Linus, Claudio Cecchetto, Federica Panicucci, Jerry Scotti e Jovanotti.
La storia insegna che fu Adriano Celentano a importare la cultura musicale americana con melodie, testi e movimenti che ci hanno fatto uscire dal torpore artistico del dopoguerra. La major RTL aveva sede a Bergamo, seguita da molteplici persone, perché il sabato sera si collegava con le discoteche locali tra cui “Il Capriccio” per trasmettere i live dance.
E ricordiamo Radio Zeta, con lo Studio Zeta, nata per il ballo liscio, riuscendo insieme al titolare “Angelotto”, a mischiare la sinergia ballo liscio e musica dance in un unico posto. Questi sono solo tre esempi di cosa erano gli anni Ottanta e Novanta, poca tecnologia, ma tanto amore per la musica.
Le persone avevano idee, entusiasmo e tanta passione e così nascevano i progetti. Oggi siamo invasi da tante macchine che ci permettono di arrivare in ogni luogo all’istante, ma ci isolano da tutto, portando il capo verso il basso. Negli anni Ottanta e Novanta invece si guardava in alto per cercare di vedere e incontrare l’artista che ti ha fatto innamorare. Noi diciamo, viva la musica sempre, ma che sia bella e ascoltabile.